Una storia di prigionia – Il Manifesto di Ventotene.
Prima stesura di Per un’Europa libera e unita. Progetto di un manifesto
Tra il 1941 e il 1942 l’Europa è ancora sconvolta dalla Seconda guerra mondiale. Confinati sull’isola di Ventotene, insieme a centinaia di altri oppositori del regime fascista, ci sono anche Eugenio Colorni, Ursula Hirschmann, Ernesto Rossi e Altiero Spinelli.
Hanno storie, vite ed età diverse: Rossi, il più maturo, ha 44 anni, Hirschmann, la più giovane, ne ha 28. Alcuni di loro sono già legati: Colorni ed Hirschmann sono marito e moglie e Ursula ha deciso di seguire Eugenio al confino, in una scelta sentimentale e di militanza.
I quattro condividono molto tempo insieme: discutono di politica, di filosofia, dell’Europa divisa dalla guerra. Proprio da questi dialoghi ha origine Per un’Europa libera e unita. Progetto di un manifesto (1941) che passa alla storia come Manifesto di Ventotene ed è oggi considerato uno dei testi fondativi dell’Unione Europea.
Giugno 1941: Scritto materialmente da Spinelli e Rossi sotto forma di trattato, vi si afferma che i problemi sociali, politici ed economici dello spazio europeo potranno essere risolti solo nel quadro di uno Stato federale in cui gli stati nazionali e sovrani saranno aboliti.
Il Manifesto, scritto in prigionia, corre il rischio di restare uno fra i tanti documenti destinati a essere conservati come memoria personale. Grazie a Ursula Hirschmann e Ada Rossi, moglie di Ernesto, il trattato esce clandestinamente dall’isola, viene dattiloscritto e poi diffuso negli ambienti antifascisti di Milano e Roma.
Pubblicato per la prima volta nell’estate del 1943, il Manifesto è un documento di straordinario valore simbolico. Scritto in isolamento in uno dei momenti in cui la guerra sembra definitivamente vinta dalla Germania nazista, è portatore di un anelito di libertà quasi utopico che quella generazione rivendica per sé.
Il Manifesto di Ventotene è oggi considerato uno dei testi fondativi dell’Unione Europea
ALTIERO SPINELLI
POLITICO E SCRITTORE
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