Ventotene. Luogo di prigionia o villaggio turistico
Ventotene fa parte delle Isole Pontine, piccolo arcipelago al largo della costa laziale. Oggi è un’ Area marina protetta e Riserva naturale di stato, meta di un turismo balneare e subacqueo esclusivo.
Il piccolo comune comprende anche l’isolotto di Santo Stefano, già dalla fine del Settecento sede di un luogo di detenzione costruito secondo la teoria del Panopticon: modello di carcere ideale del filosofo e giurista inglese Jeremy Bentham.
Nel ventennio fascista l’isola e il carcere sono zona di confino politico per gli oppositori del regime fascista.
Il confino è un provvedimento di polizia che prevede l’isolamento coatto: vera e propria messa al bando per chi è considerato sovversivo. Nell’Italia fascista molte isole sono destinate a questa funzione (Ustica, Pantelleria, le Tremiti); luoghi in cui la limitazione della libertà può paragonarsi all’esilio e il confinato ha possibilità di circolare nel paese, sempre sotto sorveglianza.
Alla fine degli anni Trenta, dopo alcune evasioni eccellenti, la colonia di Lipari viene chiusa e la zona di confino di Ponza ridimensionata.
Fine degli anni Trenta
Chiude il confino di Lipari.
Quello di Ponza viene ridimensionato
E’ allora che a Ventotene si costruisce una vera e propria cittadella confinaria nella quale sono trasferiti 350 tra agenti e carabinieri e circa 800 persone considerate oppositori del regime.
Oggi fatichiamo a comprendere come si possa considerare prigionia la detenzione in un luogo ritenuto un paradiso turistico, quasi come se le bellezze della natura potessero minimizzare la sofferenza della prigionia e della limitazione della propria libertà.
Ecco, invece, come descrive le sensazioni un confinato d’eccezione: Sandro Pertini, destinato a diventare uno dei Presidenti della Repubblica più amati della storia nazionale:
La sveglia suona: è l’alba. Dal mare giunge un canto d’amore, da lontano il suono delle campane di Ventotene. Guardo il cielo, azzurro come non mai, senza una nuvola, e d’improvviso un soffio di vento mi investe, denso di profumo dei fiori sbocciati durante la notte. È l’inizio della primavera. Quei suoni, e il profumo del vento, e il cielo terso, mi danno un senso di vertigine. Ricado sul mio giaciglio. Acuto, doloroso, mi batte nelle vene il rimpianto della mia giovinezza che giorno per giorno, tra queste mura, si spegne. La volontà lotta contro il doloroso smarrimento. È un attimo: mi rialzo, mi getto l’acqua gelida in viso. Lo smarrimento è vinto.
La volontà lotta contro il doloroso smarrimento. È un attimo: mi rialzo, mi getto l’acqua gelida in viso. Lo smarrimento è vinto
Sandro Pertini
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